Tradurre per le aziende significa scoprire cosa c’è dietro a molti oggetti o materiali di uso comune e quotidiano, entrare negli universi terminologici settoriali e tecnici ad essi collegati e esplorare mondi sempre nuovi.
Raggiungere un buon livello di comprensibilità con precisione e leggerezza nei testi tradotti vuol dire non prendere niente con superficialità e soddisfa a pieno il bisogno di alimentare costantemente la curiosità e il desiderio di evoluzione che c’è, più o meno nascosto, in ogni essere umano.
Dalla viteria, all’industria 4.0, dai materiali plastici, al design, ai giochi per bambini si entra in contatto con mondi fatti di persone preparate che, grazie alla loro esperienza, dedizione e passione diventano, tra le altre cose, i preziosi custodi di veri e propri tesori lessicali e terminologici. Poter identificare queste persone e interagire con loro durante la traduzione, con un impatto lieve e marginale sull’esercizio delle loro funzioni, è necessario per fare un buon lavoro, oltre che sempre un piacere, e consente di raggiungere o restituire nel tempo un’uniformità e una coerenza linguistica in tutti i testi aziendali, online e cartacei, che sarebbero difficili da ottenere in un altro modo. E un’immagine coerente, anche dal punto di vista terminologico, è un biglietto da visita importante, spesso sottovalutato, per l’azienda.
Per un traduttore ostinarsi a lavorare direttamente con le aziende, senza l’intermediazione di agenzie di traduzione, significa fare più fatica, ma scegliere di fare e offrire un lavoro di qualità, amare il proprio lavoro, stabilire rapporti di collaborazione con l’intelligenza e l’umiltà di chi sa che può imparare sempre qualcosa di più e di nuovo in ogni ambito.
E io mi ostino.